Qualche giorno fa, una cara amica mi chiede dei rimedi naturali per trattare un problema di acufeni che affliggono da tempo il marito.
Sapendo, ahimè per esperienza personale, che gli acufeni hanno una vasta serie di fattori scatenanti che è necessario individuare (e non sempre è facile riuscirci), inizio a porle domande specifiche: tipologia di acufene, lateralità del disturbo, eventuale cronicità, tipo di respirazione prevalente (toracica o diaframmatica), se c'è ipovisione, l' epoca dell'insorgenza del sintomo, l'eventuale presenza di mal occlusione mandibolare (quei fastidiosi "click" durante la masticazione), concomitanza di fastidi a livello pressorio…
Mi risponde puntualmente che il disturbo è presente da un paio di anni, è bilaterale e abbastanza costante: il sibilo mantiene la stessa intensità senza variazione pressoria. Un dato che trovo subito interessante è che, a livello sistemico, la persona soffre di pressione alta e infatti da due anni prende la pillola. Mi si accende subito una lampadina in testa.
Il farmaco utilizzato è il Norvasc 5 mg (talvolta sostituito dal generico), il cui principio attivo è l'amlodipina, che appartiene alla classe dei calcio-antagonisti. Questa classe di farmaci opera bloccando la contrazione della muscolatura liscia dei vasi arteriosi e del miocardio con conseguente diminuzione della pressione arteriosa e del lavoro cardiaco. Farmaci a base dello stesso principio attivo sono Giant, Bivis...
Andando a verificare gli effetti indesiderati del trattamento a base di questo principio attivo, confermo il dubbio iniziale: il tinnito rientra a pieno titolo tra gli effetti collaterali del farmaco (qui e qui)
Cosa fare allora? Le propongo di prendere contatto con il medico curante, per valutare l'idea di interrompere il trattamento a base di Corvasc, e sostituirlo con un altro che non comporti le medesime problematiche a carico dell'orecchio interno.
Una buona alternativa (da condividere con il proprio medico curante) può essere il complesso Olivis del Dr. Giorgini che garantisce un buon controllo della pressione arteriosa unitamente alla normalizzazione della circolazione sanguigna favorendo la funzionalità dell'apparato vascolare grazie alla sinergia di olivo, biancospino, fumaria e borsa pastore.
Per quanto riguarda l'alimentazione, poi, in caso di pressione alta la prima cosa da fare è ridurre il consumo di sodio. La quantità totale da non superare è di 5 g/giorno (compreso quello che si mette nell'acqua della pasta e quello già presente negli alimenti pronti: studiare le etichette). Scegliere sale marino integrale oppure gomasio (una preparazione a base di semi di sesamo che consente di diminuire sensibilmente l'uso di sale senza rinunciare al sapore) o spezie ed erbe aromatiche.
Privilegiare il consumo di cereali non raffinati, legumi lessati (non in scatola), frutta e verdura di stagione, frutta secca a guscio e semi, olio evo e altri oli vegetali spremuti a freddo, carne bianca e pesce al vapore o alla piastra o al forno.
Tra i cibi sconsigliati: formaggi stagionati, cibi industriali, burro e margarina, salumi, carne e pesce affumicati, zucchero, dolci e dolciumi, dadi da brodo, alimenti conservati sotto sale, salamoia, patatine e frutta secca salata, stuzzichini vari, salsa di soia.
Non va dimenticata una buona attività fisica di tipo aerobico, che può essere anche una camminata veloce di un'ora, da farsi una o (meglio) due volte a settimana.
Nota: i normali valori pressori sono inferiori a 120 mmHg per la pressione sistolica (massima) e inferiori a 80 mmHg per la pressione diastolica (minima).
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Alessia Dondero
Naturopata e Operatore Discipline Bionaturali
disciplinata alla legge 4/2013
Iscritta al Registro Ass. UPOIN con n.0315
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